Fratture della clavicola
COSA SONO LE FRATTURE DELLA CLAVICOLA?
La clavicola è l’osso che collega lo sterno alla scapola ed oltre ad essere il fulcro per tutti i movimenti della spalla, protegge vasi e nervi dell’arto superiore. La frattura di clavicola è una lesione molto comune che si verifica soprattutto negli atleti che praticano sport da contatto (rugby) oppure sport a rischio caduta (motociclismo, ciclismo, sci) ma può verificarsi anche nelle persone comuni in seguito ad una caduta e trauma diretto sulla spalla o indiretto sul gomito o sulla mano protesa a difesa).
La diagnosi è innanzitutto clinica dopo esame visivo, palpatorio e funzionale della spalla. A completamento diagnostico una radiografia evidenzierà la morfologia della frattura. Nelle fratture pluriframmentarie può essere indicata l’esecuzione di una TAC per una migliore pianificazione preoperatoria.
Sintomatologia
Clinicamente una clavicola rotta causa dolore ed ematoma. Il dolore è minore a riposo ma aumenta se si tenta di sollevare in alto il braccio. Può essere presente una tumefazione ed un'alterazione del normale profilo anatomico in corrispondenza del focolaio di frattura e si possono avvertire crepitii nei tentativi di mobilizzazione dell’arto.
Trattamenti
Trattamento conservativo
Il trattamento per le fratture di clavicola è per lo più conservativo, mediante applicazione di tutori alla “Petit” (a forma di 8) che hanno l’obiettivo di allineare e mantenere ridotta la frattura. La terapia, in caso di forti dolori prevede l’impiego di antidolorifici ed antinfiammatori. Attenuatasi la sintomatologia dolorosa, dopo 4 settimane il paziente esegue una nuova radiografia (per escludere ulteriore scomposizione della frattura e formazione del callo osseo) ed inizia esercizi riabilitativi per ridurre al minimo la rigidità e riacquisire le normali funzionalità.
Tutore alla “Petit”.
Trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico è consigliato nelle fratture di clavicola scomposte e si pone come obiettivo quello di riallineare i monconi di frattura e di stabilizzarli mediante l’utilizzo di placca e viti per garantire durante il processo di guarigione, una corretta posizione e consolidazione della frattura. Il gesto chirurgico consiste in un’incisione cutanea longitudinale di alcuni centimetri che permetta la completa visualizzazione della frattura e consenta la riduzione anatomica della stessa. Nel postoperatorio può essere utilizzato un tutore semplice della spalla che verrà subito rimosso durante la giornata per effettuare una cauta kinesi del gomito, del polso e della mano. La guarigione sarà confermata dalle radiografie di controllo successive che mostreranno un valido callo osseo che di solito avviene nell’arco di 90 giorni. Le placche e le viti in titanio, se ben tollerate possono non essere rimosse; ad ogni modo, la loro rimozione non è consentita prima dei 9 mesi.