Deformità degli arti inferiori (ginocchio valgo, varo o recurvato)

COS’È LA DEFORMITÀ DEGLI ARTI INFERIORI?

In condizioni normali le articolazioni dell’anca, del ginocchio e della caviglia sono allineate su una stessa retta detta “ asse meccanico dell’arto inferiore “ il quale origina dal centro della testa del femore e termina al centro della caviglia passando per il centro del ginocchio in corrispondenza delle apofisi spinose del piatto tibiale. L’asse meccanico nella tibia coincide con l’asse anatomico mentre nel femore si discosta da quest’ultimo formando un angolo di circa 6° (angolo di valgismo fisiologico); in queste condizioni le forze di carico durante la marcia vengono equamente distribuite su tutta la superficie articolare femoro-tibiale. Se questo allineamento per fattori congeniti oppure acquisiti dovesse risultare modificato, si avrà una situazione patologica con deviazione assiale laterale (valgismo) oppure mediale (varismo).

 
 

Sintomatologia

Le deviazioni assiali, provocano un alterazione della biomeccanica articolare che a lungo andare determinerà l’usura delle zone sottoposte a carico con degenerazione della cartilagine del compartimento interessato ed esposizione dell’osso subcondrale. Il dolore e la condropatia compaiono di norma quando la deviazione angolare è importante e sta compromettendo il compartimento mediale o laterale a seconda del tipo di anomalia.

 
ginocchio_valgo_varo.png
 

Trattamenti

 

Trattamento conservativo

Se la deformità è lieve e correggibile, la condizione si può normalizzare eseguendo esercizi correttivi e utilizzando plantari con punto d’angolo postero interno (nel ginocchio valgo) o postero-esterno (nel ginocchio varo), che correggano l’asse meccanico.

Trattamento chirurgico

Le deviazioni assiali in valgismo o varismo necessitano di intervento chirurgico solo quando la deviazione assiale è tale da non poter essere corretta con ortesi, abbia già dato origine a sintomatologia dolorosa, e soprattutto al fine di evitare una degenerazione cartilaginea precoce in pazienti giovani. Se si interviene nell’età dell’accrescimento, è possibile eseguire una epifisiodesi; l’intervento consiste nell’inserimento di mezzi di sintesi (placche o cambre) in regione esterna (varismo) o interna (valgismo) del femore distale e/o della tibia prossimale. Se invece la chiusura delle epifisi è già avvenuta si esegue una osteotomia. L’intervento di osteotomia consiste in un taglio osseo a cuneo del femore o della tibia in regione metafisaria che consenta l’apertura (osteotomia di addizione o a cuneo aperto) o la chiusura (osteotomia di sottrazione o a cuneo chiuso) e corregga l’angolazione dell’arto inferiore, riequilibrando i carichi sull’articolazione femoro-tibiale.

 

Hai bisogno di un consulto?

 
Senza-titolo-j4.png